La cultura

La nozione di cultura (dal verbo latino colere, “coltivare”) appartiene alla storia occidentale. L’utilizzo di tale termine è stato, poi, esteso a quei comportamenti che imponevano una “cura verso gli dei”: così il termine “culto”.

 

Il concetto moderno di cultura può essere inteso come quel bagaglio di conoscenze ritenute fondamentali e che vengono trasmesse di generazione in generazione. Tuttavia il termine cultura nella lingua italiana denota due significati principali sostanzialmente diversi:

Una concezione umanistica o classica presenta la cultura come la formazione individuale, un’attività che consente di “coltivare” l’animo umano; in tale accezione essa assume una valenza quantitativa, per la quale una persona può essere più o meno colta.

Una concezione antropologica o moderna presenta la cultura come il variegato insieme dei costumi, delle credenze, degli atteggiamenti, dei valori, degli ideali e delle abitudini delle diverse popolazioni o società del mondo. Concerne sia l’individuo sia le collettività di cui egli fa parte. In questo senso il concetto è ovviamente declinabile al plurale, presupponendo l’esistenza di diverse culture, e tipicamente viene supposta l’esistenza di una cultura per ogni gruppo etnico o raggruppamento sociale significativo, e l’appartenenza a tali gruppi sociali è strettamente connessa alla condivisione di un’identità culturale.

 

Esistono diversi significati del concetto di cultura:

 

Secondo una concezione classica la cultura consiste nel processo di sviluppo e mobilitazione delle facoltà umane che è facilitato dall’assimilazione del lavoro di autori e artisti importanti e legato al carattere di progresso dell’età moderna.

Secondo una concezione antropologica la cultura – o civiltà – presa nel suo più ampio significato etnologico è “quell’insieme complesso che include il sapere, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume, e ogni altra competenza e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro della società” secondo la nota definizione dell’antropologo inglese Edward Tylor (da Cultura primitiva, 1871).

Negli anni, la definizione antropologica di Cultura è molto cambiata, secondo l’antropologo Ulf Hannerz, “una cultura è una struttura di significato che viaggia su reti di comunicazione non localizzate in singoli territori”.

 

La definizione dell’Unesco considera la cultura come “una serie di caratteristiche specifiche di una società o di un gruppo sociale in termini spirituali, materiali, intellettuali o emozionali”.

 

L’uso popolare della parola cultura in molte società occidentali può riflettere semplicemente il carattere stratificato di queste società: molti usano questa parola per designare i beni di consumo, e attività come ad esempio la cucina, l’arte o la musica. Altri usano il termine di “cultura alta” per distinguere quest’ultima da una presunta cultura “bassa”, intendendo con quest’ultima l’insieme dei beni di consumo che non appartengono all’élite.

 

La Cultura non è apparato esteriore della vita. È consapevolezza pratica legata alla propria esperienza individuale (nihil in intellectu quod non fuerit in sensu) , divenuta anche teorica attraverso una rete concettuale via via più complessa in base all’apporto del mondo esterno, delle esperienze altrui, di quanto gli autori-aumentatori hanno trasmesso di loro e del loro mondo (della loro epoca). È fatto sia individuale che sociale. Sociale però anche in senso negativo: i modelli che provengono dall’esterno, proprio perché si pongono come modelli, ci rendono passivi se ci danno l’illusione di aver trovato il significato e persino il fine da perseguire. Più che di imitazione, dinamica ricerca di miglioramento, si tratta spesso di pura e semplice seduzione ovvero di sviamento. Negli aspetti sociali della cultura c’é più apparato esteriore che stimolo alla personalità di ciascuno: più paternalismo e padreternismo e madonnismo e machismo che autentica liberazione. Più competizione (siamo i primi, siamo gli unici, siamo i migliori) che autentica liberazione. In poche parole c’é più sussiego che autenticità e sviluppo. (Lucia degli Scalzi) Fritjof Capra rappresenta la Cultura di una rete sociale come una cellula con un nucleo culturale più definito e dei confini porosi. A seconda dei propri valori una cultura può essere aperta o chiusa, così come una cellula accetta alcuni elementi ed altri no.

 

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Pubblicato da Alme Sol

L'istruzione è l'unica arma di cui disponiamo. Senza siamo prigionieri degli altri.

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