Per i miei bambini una giornata nera è quella in cui va via il segnale TV, o non c’è latte a sufficienza per i loro cereali. Io voglio che conoscano una vita diversa, e abbiano una diversa comprensione di cos’è una difficoltà. Il miglior modo di riuscirci è fare quel che rimpiango di non aver fatto per Jantsen: insegnare loro, attraverso il mio modo di vivere, che il mondo non è così grande come crediamo e che è mia responsabilità, e un giorno sarà anche la loro, prendersi cura delle persone che hanno bisogno del nostro aiuto, anche se quelle persone non ci assomigliano, o vivono in un luogo che ci appare remoto e sconosciuto. Vedo che molti miei amici tentano di proteggere i figli dal dolore e dalla delusione, come facevo io quando Jantsen e Christa erano piccoli, ma ora non posso più farlo. Non voglio che siano paralizzati dalla paura. Voglio che prendano dei rischi e viavno una vita avventurosa. Voglio che vivano il loro sogno, e il modo migliore per insegnarglielo è fargli vedere come io vivo il mio. E se questo mi ha impedito di metterli a letto tutte le sere, e mi ha fatto perdere una festa di Hallowen o due, be’, sono sopravvissuti. Anzi, ogni anno Tatum mi dice che l’unica cosa che vuole per il suo compleanno è un passaporto valido per poter andare a trovare i bambini che considera suoi fratelli e sorelle.
[ Pam Cope – Il paese dei bambini che sorridono ]